Cos’è la felicità?
Pensando a questa domanda mi sono accorto di una cosa buffa: le domande più
semplici sono quelle che generano i noi quesiti più grossi. Nulla ti rivolta
dentro come una domanda del genere. Ti segna dentro perché diamo per scontato
di avere una risposta, di sapere cos’è per noi questo o quello ma poi, quando
ti ritrovi a dover rendere partecipe gli altri dei tuoi moti interni, ti rendi
conto di essere vuoto o, nella migliori delle ipotesi, molto confuso.
La domanda di certo non sarà passata inosservata nella storia dell’umanità, per
tanto che bisogno c’è di tormentarsi l’anima quando sicuramente qualcuno avrà
trovato già una risposta. Quando una cosa ci sembra troppo difficile da capire,
preferiamo sempre affidarci ad altri piuttosto che concentrarci su noi stessi.
Facile quindi lasciarsi andare al citazionismo più sfrenato, basta guardarsi un
attimo intorno e scoprire che “i grandi del passato” hanno dato la loro
personale risposta alla domanda. Il passatismo colpisce ancora, ma più che altro
quella riverenza che si ha nei confronti di chi ha un nome – per così dire – di
spessore. Cosa ne sanno i grandi “pensatori” più di me? La felicità di cui
parlano loro, del resto, non è la stessa che provo io? Per cui chi più di me
stesso può avere una risposta che sia valida per me e per me solo?
Ecco, il presupposto principale è questo: la felicità esiste in tanti modi
diversi per quante sono le persone. Per quanto possa sembrare un pensiero
scontato, è una di quelle verità che mette a tacere l’anima. Sarà anche così
però noto che c’è spesso una diretta consequenzialità tra amore e felicità. Be,
certo, molte persone innamorate sono anche felici, su questo non ci piove,
altrettanto semplice è stabilire che con certezza che la felicità non dipende
dall’amore. Chi non è innamorato di conseguenza dovrebbe essere triste, e in
alcuni isolati casi sarà anche così, ma non per questo bisogna farne una legge
universale.
Allora cos’è la felicità? Da dove deriva? La felicità non è un sentimento, è
una sensazione, uno status in cui l’organismo può venirsi a trovare. Amore,
amicizia, autostima, soddisfazione e tutte altre piacevolissime sensazioni per
me sono dei catalizzatori. L’amore, ad esempio, è il catalizzatore perfetto per
trovarsi in questo status. Quando si è innamorati è più facile essere felici, è
più facile apprezzare ciò che la vita ci da. Forse è per questo che
erroneamente vengono accostati.
Per me la felicità non è altro che equilibrio, è la sottile oscillazione tra
desiderio e disponibilità. E’ quello spazio in cui ciò che si ha non troppo è
diverso da ciò che si desidera. Lì, in quel piccolo frangente, sono felice. Che
poi a conti fatti, quando si è felici non si ha nemmeno bisogno di chiederselo.
Non ho bisogno di sapere cos’è la felicità, mi basta sapere che la felicità è
ora...