domenica 17 giugno 2012

Start

Start. Il mio nome è una lama, sottile e affilata. Solo una parola. Parola che racconta una storia che non si vede. Dice una cosa. No. E' un'altra. Tutte scommesse che non si possono vincere. Sono silenzioso mentre grido. Sono buono nella mia cattiveria, sono cattivo nella mia bontà. Cosa? Solo essenza, nulla più. Sto riflettendo troppo. Libera. Libero. Liberi. Il mio nome ferisce, taglia, corrompe. Un miasma di vocali e consonanti. Non lo pronunciare, arriverò. Sono arrivato. Eccomi. Che brutto... cos'è questo sorriso? E questo tocco gentile? Stai forse provando ad aiutarmi? Aiutami. Aiutati. E poi uccidi. Fai qualcosa, ma uccidi. Un taglio alla gola, un taglio alle labbra. Sangue ovunque. Un dolore nel palato. Un solco nell'anima. Compromessi.
Tutto è nulla, nulla è tutto. Una storia che si ricorda per sempre, un giorno che si dimentica subito. Tutto scivola nei paradossi del mio nome e delle mie parole. Non capisco come sia possibile. E' solo un momento, o un lungo stillicidio,  non abbiamo ancora dati da poter analizzare. Vivo esattamente come un elaboratore. Il mio flusso è solo una continua analisi, non c'è nulla di emotivo.
Stop.
Go. Sento la notte. Mi dice che è morta. La parola morte è sulle mie labbra. Si muove sulla mia lingua, sibilando nel bel mezzo nulla, vicino ad occhi curiosi. Ridono. Ma tu non eri un tipo gentile? Lo ero. Poi sono morto anche io. Ho detto il mio nome troppe volte, scusate. E' che mi chiamo proprio così, non ci posso fare nulla. All'anagrafe gli stronzi li chiamano come me, esiste un protocollo apposito, sul serio.
Non che io sia sbagliato, la perfezione si manifesta in ogni mio errore. Questo perché lo dico io, e lo dico io perché io porto il mio nome. Davvero, mi chiamo come me, anche se non si direbbe. Fuori sta uscendo il sole, il signore colombo, un pennuto, fa tu-tu tu-tu. Chissà cosa pensa. Sarà un buon giorno per lui? Mi perdo nei libri, mi piace. Per un attimo mi sono perso in un romanzo di Dostoevkij. Ero uno dei suoi tanti personaggi. Ma lui mi dava un nome insulso, perciò mi sono ritrovato qui, in  una notte che è diventata mattina, nello stesso istante in cui un attimo è diventato scrittura.
Come mi chiamo ora?


2 commenti:

Laura ha detto...

Sei un poeta!

Michela Spark ha detto...

Ciao... ho letto i tuoi commenti in un forum,da li ho cercato di rintracciarti e tramite il profilo Ardemor ho visto che c'era l'indirizzo del blog..credo sia tu ..mi piacerebbe conoscerti ,mi ha colpito in modo strabiliante ciò che scrivi.. mi ci rivedo .. buh ..chiunque tu sia sarei felice di poterti parlare ne ho sentito un bisogno dal primo commento per questo ho cliccato sul tuo account. Cercami su Telegram michelaspark o su you tube Michela spark.. anche io scrivo ma non è questo il punto.. è che.. vorrei davvero sapere chi sei , sembra che tu riesca a cogliere le sfumature del mondo con una lente così "mia" ..ma ..è Tua .. e mi ha emozionato quel che scrivi ..mi auguro che tu legga questo commento e che decida di scrivermi..ci tengo!Grazie

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