giovedì 26 aprile 2012

Maratonpolitana




Te ne stai li tranquillo, cammini, mentre te ne vai dove ti pare.
Noti che le persone intorno a te iniziano a correre, alcune nella stessa direzione, altre in ordine sparso. Ti chiedi cosa stia succedendo, cosa sia stato a scatenare questo panico generale. Ti guardi intorno e noti che anche il più calmo dei presenti avanza il passo, noti che a diversi livelli agonistici stanno tutti correndo verso qualcosa.
Per una ragione non meglio definita anche tu affretti il tuo passo, l'ansia generale ti colpisce e cambia il tuo stato d'animo. Sindrome da ritardo ossessivo convulsiva? Possibile che tutti i presenti all'uscita della metro abbiano un appuntamento importante? Possibile che ci sia una specie di grande evento da qualche parte e tu ne sia completamente all'oscuro?
Ogni attimo che passa se siamo sempre più in ritardo o sempre più vicini al traguardo, questo ancora non lo so. Gli esperti dicono che questo dipende dalla quantità d'acqua in un bicchiere, che se riempito a metà classifica le persone in perdenti e vincenti, in ottimisti e pessimisti, oppure no, non c’entra nulla.
Il problema è che se stai pensando a quel bicchiere sei nei guai, non c'è tempo. Il mondo sta correndo in qualche direzione e tu rimani lì immobile come un pesce lesso. Ti stai ancora chiedendo perché tutti vadano di fretta? Perché a chiunque chiedi l’ora la risposta è sempre la stessa: sono le ritardo meno dieci.
La risposta non c'è, ma se ti fermi posso spiegarti. Il problema è che l'ansia porta ansia e la fretta porta fretta, ci sarà stato un tizio in ritardo e avrà iniziato a correre. Qualcuno quasi in ritardo avrà fatto la stessa cosa, mi segui? Ancora qualcun'altro preoccupato dalla situazione avrà aumentano l'incedere, scatenando così una sorta di reazione a catena, se si corre per empatia o competizione, questo ancora, una volta, non lo so.
Ora basta scrivere, si è fatto tardi.

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