martedì 24 aprile 2012

Un tormento chiamato speranza




Proprio nel momento in cui tutto sembra perduto, quando le forze ti abbandonano e non c’è modo di reagire, in quell'esatto momento l’unica cosa che possiamo fare è affidarci alla speranza. Una sottile e flebile luce, nascosta qui, nella nostra anima, l’ultimo appiglio che ci separa dal decadimento. Forte, magica, assoluta. 

Eppure… c’è qualcosa che non quadra. Non sempre è così, non sempre possiamo salvarci.
Talvolta è la speranza a ucciderci. S’insinua in noi, scivolando sotto pelle, radicandosi nei nostri pensieri. Come un cancro si espande silenziosamente, e nemmeno ci rendiamo conto di ciò che accade. Eppure è lì, prende possesso delle nostre azioni, annebbiando il nostro giudizio, prendendosi gioco del nostro cuore. La speranza è capace di ferire così come la resa e forse in maniera ancor più brutale. Quando un’idea si prende possesso di noi, come facciamo a cacciarla via? Un po’ come una canzone che ti entra in testa e non se ne va più. Rimandata in loop, incessantemente. Se quest’idea rappresentasse per noi la fine? Ci sono idee che ci tormentano, ci rendono schiavi. Idee che sopravvivano grazie alla speranza, a quella incapacità di abbandonarsi. Ed è così che ci tormentiamo l’anima, è così che la ricerca della salvezza, diventa poco a poco il dramma della nostra vita. Perché se sperare è l’ultima cosa abbiamo, questa stessa speranza poco alla volta ci uccide. Ci distrugge. Siamo lì, appesi con le nostre ultime forze, con le stesse forze che ci da la speranza, immersi in questo limbo di tristezza e di attesa. Immobili, incoscienti, inutili.

Proprio nel momento in cui tutto è già perduto, quando le forze ci hanno già abbandonato, in quell’esatto momento, l’unica cosa che dobbiamo fare è uccidere la speranza. Perché saltare verso il baratro è meno doloroso di restarci appeso a vita. Perché a volte lasciarsi andare, compiere quel salto verso il vuoto, è tutto ciò che ci resta. Se lasciamo che la speranza sia l’ultima a morire, molto probabilmente sarà proprio lei a seppellirci. 

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