Ed eccoci qui, a tre passi dalla morte. Non guardarmi così,
so che vorresti parlare, ma non puoi. Vorresti farmi cambiare idea, manipolarmi
ma, stavolta, non puoi. L’autopsia confermerà che prima di morire ti è stata
somministrata una dose massiccia di anestetico. I giornali pubblicheranno
i dettagli sul caso, sulla tua vita, sulla nostra vita e su come tu non
meritassi tutto ciò. Sarai famoso. La gente ti ricorderà per sempre. Questa
casa probabilmente diventerà un macabro museo. Eppure nessuno saprà mai la
verità. Nessuno saprà perché sei morto. Ti dico tutto questo perché almeno tu
hai diritto di sapere, vedilo come un regalo d’addio. Sai, quando sentivo
storie simili alla tivù pensavo che si deve essere proprio pazzi per commettere
omicidi del genere. Se ho cambiato idea a riguardo, o semplicemente sono
diventato pazzo, questo non lo so. Eppure eccoci qui, a due passi dalla morte.
Io, tu, la nostra casa, avvolti nel segreto che ti renderà immortale. Il
segreto di come ti ho ucciso, di come le mie impronte sparse per casa non hanno
nessuna rilevanza, di come il mio alibi confermerà la mia completa estraneità
ai fatti, di come, almeno una volta nella vita, ho fatto qualcosa che andrà
oltre la tua solita disapprovazione. Sei contento Papà? Ancora mi chiedo perché
ti faccio tante domande, tanto non puoi rispondere. Forse è perché ogni volta
che ti rivolgo la parola scorgo uno strano brivido nei tuoi occhi, malinconico,
triste, ma non terrorizzato. Hai forse capito il senso di tutto ciò? Hai
realmente capito i tuoi peccati? Hai compreso che i tuoi giudizi negativi ti
hanno portato alla morte? Hai capito che se sono un fallito è perché tu non hai
mai creduto in me? Hai capito che distruggere tutti i miei sogni, non era poi
una gran mossa? Probabilmente no, ma non importa. Ormai stai per morire. Non fraintendermi,
non sono un tipo vendicativo, è che la tua esistenza è diventata pesante per
me. Ho provato in mille modi a farmi apprezzare da te ma, ogni volta, un
fallimento totale. Davanti a tanta inadeguatezza, come potevo vivere?
L’alternativa era la morte, ma fatto sta che hai cresciuto un figlio egoista.
Sarai contento spero, i difetti che ti piaceva tanto rinfacciarmi, ti si stanno
ritorcendo contro sotto forma di una lama affilata. Ed eccoci qui, ad un passo
dalla morte. Nei film questo è sempre un momento solenne, spirituale, la realtà
è diversa. La verità è che ti taglierò la gola, nei film ci sarebbe una musica
d’impatto. La realtà è che sarà velocissimo, inesorabile; nei film la scena
sarebbe girata in slow-motion. La realtà è che mentre faccio questi pensieri ti
ho già ucciso, nei film c’è sempre tempo per un po’ d’introspezione
psicologica, qui no. La realtà è che in questo momento tu non ci sei più, ed io
non sono più un fallito cronico. Per quello che vale, mi dispiace Papà, per
entrambi, nessuno meritava tutto ciò. La realtà è che non sempre la vita fa a
finire come vogliamo. Ed eccoci qui, un passo dopo la morte.
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